Un appartamento degli anni 60 di 180 mq con un affaccio da mascherare e tanti corridoi che conducono in stanze simili. Senza ritmo. Un solo bagno padronale. Le vecchie marmette sui toni del marrone per terra e un parquet lucido come marmo. L’ingresso chiuso, senza luce.
Tabula Rasa!
Il salotto è diventato la camera da letto padronale, con cabina armadio e bagno. L’ufficio e la seconda camera si sono trasformare nel salotto. I corridoi si sono fusi con i volumi della cucina e delle stanze.
Gli ambienti sono stati girati, mixati e stravolti.
Oggi entri e respiri un’aria nordica, funzionale, contaminata dal design anni 50. Ottoni, geometrie, materiali. Un mix di sogni e pensieri creativi. Una casa della nonna trasformata in una contemporanea, che osa il colore e dove le pareti raccontano storie. Un progetto complesso, costruito su infiniti dettagli. L’ingresso cupo della nonna? Un open space di luce e piastrelle bianche, ricordando Giò Ponti.
Pubblicazione sulla rivista di Hong Kong, Home journal – ottobre 2016