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Breathing Space

Un appartamento degli anni 60 di 180 mq con un affaccio da mascherare e tanti corridoi che conducono in stanze simili. Senza ritmo. Un solo bagno padronale. Le vecchie marmette sui toni del marrone per terra e un parquet lucido come marmo. L’ingresso chiuso, senza luce.

Tabula Rasa!

Il salotto è diventato la camera da letto padronale, con cabina armadio e bagno. L’ufficio e la seconda camera si sono trasformare nel salotto. I corridoi si sono fusi con i volumi della cucina e delle stanze.

Gli ambienti sono stati girati, mixati e stravolti.

Oggi entri e respiri un’aria nordica, funzionale, contaminata dal design anni 50. Ottoni, geometrie, materiali. Un mix di sogni e pensieri creativi. Una casa della nonna trasformata in una contemporanea, che osa il colore e dove le pareti raccontano storie. Un progetto complesso, costruito su infiniti dettagli. L’ingresso cupo della nonna?  Un open space di luce e piastrelle bianche, ricordando Giò Ponti.

Pubblicazione sulla rivista di Hong Kong, Home journal – ottobre 2016

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MY last work



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egoist room

Io amo lavorare da sola, però vorrei farlo con altri, sconosciuti…così per chiaccherare un po’, rubare qualche idea geniale…sbirciare i loro progetti, sfogliare i cataloghi che loro hanno e che io non prendo mai perchè pesano più di me. Condividere, cicerare, ridacchiare, rubacchiare, copiare…contraddittorio? Nella precedente edizione del Salone del Mobile di Milano, ho scoperto la Collaborative Room. Ovvero una stanza modulo rivestita con pannelli fonoassorbenti, in grado di attivare uno spazio nello spazio, protetto e riservato. All’interno, il modulo è illuminato, fornito anche di ricircolo d’aria e alimentazione elettrica. Si compone a piacimento…una sala riunioni o una zona relax…Puoi collaborare o isolarti. Ormai il lavoro è smart, gli spazi sono coworking. Basta uffici e stanzette. Loft e spazi aperti.  Se lavorassi in un coworking, cosa che non escludo possa succedere, dovrei proporre una egoist room, con cuscini, riviste, bollitore e musica. Tutta per me! Poi ripenso alla frase di Paul Valéry: ” Un uomo solo è sempre in malvagia compagnia”… e allora dico: Tutti insieme appassionatamente!. 

Collaborative Room di Estel

Github’s office space in San Francisco

Ekimetrics in Paris

MullenLowe, Boston

In fondo, si può lavorare anche divertendosi.

Swing Table di Christopher Duffy di Duffy London

 



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Il diavolo è nei dettagli

Ero a Parigi per lavoro e sono stata ospite in una casa dai volumi importanti, una casa che sembrava uscita da un board di Pinterest. Perfettamente perfetta, seppur non finita. La visuale d’insieme era terribilmente equilibrata, i materiali giusti, gli spazi fluidi, gli arredi integrati. Micro e macro in simbiosi. Dettagli e insieme, particolari minuziosi e colpo d’occhio globale. Tutto bilanciato. Quando entri in una casa e percepisci che tutto è al posto giusto, la sensazione che provi è di ammirazione misto felicità. Lavoro minuzioso tra architettura e interior. Fatto di sfumature impercettibili. I miei clienti sanno di cosa parlo…i miei adorati dettagli!

 

Chi vuole fare grandi cose deve pensare profondamente ai dettagli.
Paul Valéry

 



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HYGGE HOUSE

MoOolto moda parlare oggi di Hygge, la filosofia di vita Danese che rende tutti più felici. Mi piace pensare alla Søndagshygge che descrive una giornata lenta a base di tè, libri, musica, coperte e magari una forte tempesta di neve fuori dalla finestra. Sono nata a novembre, di coperte e tepore me ne intendo…Dal testo “Hygge” di Meik Wiking, dieci cose che renderanno la vostra casa più HYGGELIG:

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1) La stanza dove ci si accoccola fatta di calore, luce soffusa e dalle dimensioni giuste che ci faccia sentire al sicuro. 2) Camino e stufa. 3) Le candele, sparse ovunque 4) Il legno, nei mobili come nei giocattoli. 5) La natura, noci, rametti, pelli di animali… 6) I libri 7) La ceramica, una teiera o una tazza dove abitualmente sorseggiamo un tè. 8) Le sensazioni tattili, fate scorrere le dita su un tavolo di legno, su una tazza di ceramica calda o nel pelo di una pelle di renna…meglio dell’acciaio, vetro o plastica. 9) Avere dei pezzi vintage. 10) Coperte e cuscini.

Eccoci allora, questo sarà Hygge?

Pavimento in gres Florim

Sedie e tavolo Knoll

 

 



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FANCY…

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Arte + Design, mix perfetto!

Una casa milanese, ultimo piano. Vissuta per oltre 40 anni dalla stessa famiglia. Tutta corridoi e stanze nascoste. Resa buia da tende e strati del tempo. Un progetto importante, comprata da un collezionista d’arte contemporanea e la sua famiglia. L’idea di creare una casa galleria, spaziosa, luminosa ma da vivere, non solo da ammirare. Arte e design, in un unico racconto.

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What i like today

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Milo Baughman



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Essenzialmente freddo!

Mi capita di soffermarmi a pensare quale sia lo stile che in questo momento mi colpisce maggiormente, sarò un po’ condizionata dalle mode, ma il design del nord Europa vince su tutti. Vintage o moderno, io lo amo senza riserve. Trovo che la sua essenzialità, il senso di qualità che sa trasmettere e la sua immagine naturale siano ciò che le persone dovrebbero respirare e sentire rientrando a casa.

La mia casa oggi è un mix tra lo stile nordico e la cultura italiana, se chiedeste a mio marito un suo pensiero, vi direbbe: fredda! Allora mi domando, razionale, essenziale, pulito, ordinato, uniforme, naturale…vogliono dire freddo?! Vero è che una carta da parati, muri colorati, mix di stili, orpelli e cappelli, vasi, vasetti e cotillon, scaldano anche un ghiacciolo, ma forse a me basta un plaid e un buon tè aromatizzato seduta scomodamente ops! comodamente sul divano square – monolitico da conversazione. Ed ecco a voi la mia reinterpretazione vivace del Nordic Style!

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Marmocchi in liberta’

Sto guidando su una strada sterrata diretta verso il casale dove oggi Olivia festeggia i suoi 5 anni. Sono tornata nella terra dei ricordi, la Toscana. Per oltre vent’anni luogo di pensieri magici. Un gran polverone si solleva davanti a me e compare un furgoncino aperto carico di bambini  con i capelli svolazzanti. La memoria si rituffa nelle passate emozioni, in jeep con papà su e giù per i colli schivando rami sporgenti e schizzi di fango e in Africa nel Transvaal quando percorrevo alla guida di un “bakkie” (furgoncino aperto o pickup) i km che separavano Coromendal Farm al paese più vicino e sulla strada davo passaggi alle persone che vivevano nel piccolo villaggio costruito per loro all’interno della grande proprietà. Mi ringraziavano in afrikaans, in zulu ma io capivo solo il loro sorriso. Specialmente quello dei bambini. Tengo le mie lacrime nel cuore e arrivo alla Vigna. Uno dei tanti casali ristrutturati con profonda passione e rispetto dalla famiglia Marchi. Siamo ospiti nella loro terra, tra Gavorrano e Ribolla a pochi km dal mare, dalla bellissima Cala Violina. L’Ingegnere (Carlo Marchi) chiamato così da sempre e per sempre, ereditò queste terre fatte di boschi, sterpaglie e casali abbandonati. Un lungo lavoro di bonifica ha reso oggi queste terre un luogo di cui innamorarsi e dove è possibile sentire la natura e vivere senza tempo. Ristrutturò i casali uno ad uno per sé, Gioia e i suoi 3 bambini. Visse qualche anno in ognuno di loro per essere certo che fossero ristrutturati con cura e per lasciare il suo segno. La visione dell’Ingegnere era unica e speciale. Ancora oggi si sente la sua essenza ovunque. Ma ecco la piccola Olivia e i bambini scatenati che oggi la festeggiano. Vedo in lontananza mio figlio Rocco, 3 anni e mezzo,  che corre dietro ad un piccolo peloso cercando di instaurare un rapporto amichevole, rivedo mio figlio inseguito dal peloso che si tuffa tra le braccia del papà pauroso e divertito. Le cuoche campagnole sfornano tortelli al ragù, polpettone, verdure dell’orto, frittate alle cipolle, crostate marmellatose…Le giornate sono passate così, tra tiro alla fune, corse nei sacchi, bimbi stipati nei cart del golf privato sostando sulle sponde dei laghetti cercando palline perse e rane, al maneggio a lezione e in casa davanti al camino acceso incantati dal fuoco e dai colori. Pescando, ridendo, scappando dal temporale, infangandosi e inventandosi mille giochi. Erano più di 20 bambini, felici. Dai 2 anni ai 12 tutti per uno e uno per tutti. Così sono state le mie vacanze toscane oggi come ieri, così vorrei che fossero per sempre quelle di mio figlio. Scanzonate!

Ps: La Vigna e Il Serratone si possono affittare…Anche Sara Jessica Parker ha soggiornato qui, come dicono i toscani: a chi c’ha fortuna, anche il gallo gli fa l’ovo…

Photo Pinterest



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